Le Funzioni Esecutive coinvolgono i circuiti della corteccia prefrontale e quelli corticali e sottocorticali associati, raggruppano specifici aspetti della codifica delle informazioni e l’insieme di abilità cognitive finalizzate all’elaborazione di schemi cognitivo-comportamentali adattativi in risposta a condizioni ambientali nuove e impegnative;  sono alla base della pianificazione, della creazione di strategie, della capacità di ragionamento, del problem solving, dell’integrazione tra pensiero e azione.
Il modello teorico più accreditato prevede che queste siano essenzialmente composte da tre sotto sistemi: inibizione, memoria di lavoro e flessibilità cognitiva.

Il calcio è uno sport complesso che richiede specifiche competenze fisiche, tecniche, tattiche, cognitive e psicologiche, e ognuna di queste sfere di competenza coinvolgono, a diversi livelli, le Funzioni Esecutive.

Le componenti fisiche si associano al gesto motorio, mentre le capacità coordinative si mettono al servizio dell’esecuzione del gesto tecnico: in presenza dell’attrezzo, le FE sono maggiormente coinvolte perché la coordinazione del proprio movimento in funzione della palla, e quindi dell’obiettivo motorio e tecnico che si auspica di raggiungere con essa, implica necessariamente un’importante elaborazione di informazioni interne ed esterne per pervenire in modo adeguato alla programmazione e alla pianificazione dei movimenti. Le componenti tattiche, individuali e collettive, aumentano ulteriormente la necessità di fare riferimento alle FE perché, oltre alla presenza di una buona coordinazione motoria e tecnica di base, e quindi di un’adeguata automatizzazione dei gesti motori e tecnici, viene richiesta la capacità di pianificare e gestire situazioni di volta in volta diverse e complesse per la presenza di numerose variabili intervenienti (la palla, i compagni, gli avversari, lo spazio, la situazione specifica).

Alcuni ricercatori dell’istituto Karolinska di Stoccolma, hanno condotto un’interessante ricerca, misurando tutte queste abilità in un gruppo di giocatori professionisti della serie A e serie B Svedese e in un campione rappresentativo della popolazione generale. I risultati sono stati inequivocabili:
gli atleti professionisti hanno presentato FE più sviluppate.
Inoltre, gli atleti di serie A hanno mediamente punteggi migliori di quelli di serie B e i calciatori con FE più efficienti hanno dimostrato migliori capacità di segnare gol o fornire assist.

Un giocatore professionista deve avere spiccate attenzione spaziale e capacità di prestare attenzione a più cose contemporaneamente, eccellenti memoria operativa e capacità di interpretare i comportamenti altrui. Dovrebbe essere inoltre in grado di adattarsi velocemente, cambiare strategie e inibire le risposte. Molte di queste abilità rientrano sotto l’etichetta di intelligenza di gioco, in neuropsicologia ci si riferisce a esse utilizzando il termine di Funzioni Attentive Esecutive.

Il neuroscienziato P. M. dell’Università Radboud di Nimega, in seguito a uno studio effettuato sul cervello di Lionel Messi, afferma:

“Messi ha eccellenti Funzioni Esecutive e memoria operativa, è in grado di elaborare informazioni passate e prevedere azioni future in frazioni di secondo”. – Tratto dal libro PERIODIZZAZIONE COGNITIVA – Sviluppo delle FAE funzionali al modello di gioco.

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