I rondos sono esercitazioni eseguite in spazi ridotti che riproducono una situazione di gioco semplificata. Le dimensioni degli spazi devono essere adattate al numero e alla qualità dei giocatori coinvolti, e gli spazi utilizzati sono semplici figure geometriche.
Nei rondos i giocatori in possesso occupano il perimetro della figura, circondando gli avversari al centro della stessa.

Si utilizzano per migliorare le abilità tecniche di trasmissione e di ricezione ma, diversamente dalle esercitazioni di tipo analitico, i rondos hanno una forte connotazione cognitiva e decisionale. Oltre alla gestione del possesso in condizioni di superiorità numerica più o meno accentuata, allenano la gestione della palla in forma di microsituazione di gioco, permettono di riconoscere la fase di pressione e di trovare le strategie per eluderla in specifiche zone del campo o in particolari fasi del possesso.

Possiamo inserire i rondos negli allenamenti dell’attività di base? Assolutamente si, però non prima che i giocatori abbiano compiuto 8-9 anni, e a patto che la difficoltà dell’esercitazione proposta sia compatibile con le abilità dei giocatori coinvolti.
Nell’attività di base, i rondos rappresentano dei mezzi utilissimi per migliorare il posizionamento del corpo nello spazio, per comprendere come occupare gli spazi, per utilizzare lo smarcamento in appoggio o in zona luce, per decidere quando marcare la palla e quando coprire uno spazio. Allenando le abilità tecniche individuali in un contesto situazionale veloce e ripetitivo, con l’utilizzo dei rondos è possibile allenare anche le fasi di transizione specifica.

E’ quindi riduttivo definirli come un’attività ludica pre-allenamento, in cui gli obiettivi si limitano a fare un tunnel al compagno o a far girare a vuoto gli avversari: ecco perché i rondos, non sono i torelli.

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